L’Associazione – Gruppo Grotte
Il Gruppo Grotte Gavardo si formò nel 1954, per iniziativa di quattro amici (Alfredo Franzini, Alberto Grumi, Piero Simoni e Silvio Venturelli), che si accingevano, con interessi prevalentemente paleontologici, all’esplorazione del Buco del Frate di Prevalle. L’incontro con l’archeologia avvenne l’anno dopo sempre attraverso l’esplorazione di una grotta: il Buco del Coalghès, anfratto che si apre nell’area di Monte Magno – Selvapiana. Seguì la perlustrazione di alcuni affioramenti di materiali archeologici nell’area del Monte Paitone. La documentazione riguardante queste prime esperienze non è abbondante, ma comunque preziosa. Seguì, nel 1960, il cantiere del San Martino di Gavardo e nel 1962-63 venne affrontato per la prima volta il neolitico ai Cùei de Baratù e alla Schiave di Gavardo.
Iniziarono anche le ricerche al Lugone di Salò (1958) e al Lucone di Polpenazze (1965), due siti che caratterizzarono per decenni le strategie di ricerca del gruppo.
Nel frattempo al primitivo nucleo si erano unite molte altre persone e nel dicembre del 1963 si arrivò alla costituzione ufficiale dell’Associazione Civico Museo Gruppo Grotte e l’anno successivo iniziò la consuetudine di festeggiare il Decennale dell’Associazione. Per il primo decennale (1954-1964) si organizzarono una mostra e una serie di conferenze. Altro elemento caratterizzante di quegli anni fu la nascita dell’attività editoriale del Gruppo, con il primo numero degli “Annali del Museo” nel 1962. Nel 1967 poi la Prefettura riconobbe personalità giuridica dell’Associazione.
Da allora il Gruppo si è impegnato nella ricerca, tutela, valorizzazione e divulgazione della storia e dell’archeologia della Valle Sabbia e più in generale dell’area gardesana occidentale. Risulta impossibile, per limiti di spazio, ricordare tutti i soci che parteciparono a questa impresa: a loro va rivolta la gratitudine di coloro che ora possono fruire dei tesori ospitati in questo museo.
Appena il Gruppo Grotte iniziò le sue fortunate ricerche, emersero subito due questioni ritenute di fondamentale importanza:
Dove ospitare i materiali rinvenuti in modo che comunque rimanessero a contatto con il territorio?
Come renderli fruibili al pubblico?
Queste problematiche avrebbero accompagnato il Gruppo Grotte Gavardo per i numerosi decenni della sua vita, trovando, si può dire, ultima e definitiva soluzione nel 2004, con la fine dei lavori di sistemazione di questa prestigiosa sede.
Il cammino fu lungo e partì da una aula della scuola elementare, disponibile durante l’estate, per ospitare i resti ossei della Buca del Frate. Si passò successivamente ad alcuni locali in Piazza Marconi, prima di trovare, attraverso trattative di Pietro Simoni, la soluzione dell’edificio detto “Castelletto”, sito in via Molino.
Nel settembre 1956 veniva inaugurata la prima sede ufficiale del “Museo Paleontologico del Gruppo Grotte”, composta da una sola sala, alla quale si aggiunse una seconda sala nel 1961.
Una nuova sistemazione, con l’aggiunta di nuove sale, fu inaugurata nell’aprile 1969. Il percorso espositivo era articolato in due sale al pianterreno dove erano ospitati i reperti paleontologici e i materiali del Lucone, mentre al primo piano erano esposti i reperti che illustravano la preistoria e l’archeologia del territorio.
Nel corso degli anni ’70 però il ritmo di accrescimento delle raccolte, con le attività di ricerca del Gruppo a pieno ritmo, e i problemi strutturali del “Castelletto”, essenzialmente legati al forte tasso di umidità, portarono di nuovo alla ribalta il problema di una sede adeguata per il Museo.
La soluzione a questo problema arrivò con l’acquisizione della nuova sede nel 1978, ma solo dieci anni più tardi si poté inaugurare il nuovo spazio espositivo al pianterreno. Nel 1989 fu realizzata la ristrutturazione anche del primo piano dell’edificio. Mentre nel 2004 è stato sistemato anche il sottotetto come area espositiva.