Età del Rame
Intorno alla metà del VI millennio a.C. la Pianura Padana viene raggiunta dalle innovazioni del Neolitico, l’età della pietra nuova, che segna il passaggio dall’economia di caccia e raccolta all’economia basata sulla produzione di cibo, attraverso l’agricoltura e l’allevamento. Questo periodo vide la nascita di grandi innovazioni tecnologiche: la ceramica, la filatura, la tessitura e la lavorazione della pietra mediante la levigatura. Con il Neolitico Medio si diffonde in gran parte dell’Italia settentrionale la Cultura del Vaso a Bocca Quadrata. Proprio alla fase più antica di questa cultura appartiene il sito di Roccoline-Schiave di Gavardo, dove è stata individuata una strana struttura abitativa circolare.
Nel Neolitico Recente l’ultima fase di questa cultura resiste nella zona orientale del suo areale (Lombardia Orientale, Veneto occidentale, Trentino), mentre nella zona occidentale una tradizione nuova si diffonde dando vita alla Cultura della Lagozza. Mentre nell’area alpina compare il particolare stile ceramico detto “Breno”. In questo periodo avviene una più intensa occupazione del nostro territorio con gli importanti abitati di Monte Covolo e di Rocca di Manerba, occupazioni in grotta come al Buco del Fico (Paitone), e in aree umide come al Lucone di Polpenazze.
Con l’età del Rame, corrispondente all’incirca il III millennio a.C., si assiste a forti trasformazioni socio-economiche legate all’introduzione della metallurgia del rame, che presupponeva lo sviluppo di gruppi di artigiani specializzati che non si occupavano più della produzione di cibo. Continuano gli abitati di Monte Covolo e della Rocca di Manerba, intorno ai quali ora si sviluppano necropoli a sepoltura collettiva. Probabilmente a questo periodo rimanda anche lo splendido pugnale in selce, rinvenuto a Toscolano nell’800. All’età del Rame o al tardo neolitico possono essere ricondotti anche i materiali della grotticella dei Cuei de Baratù. Al Neolitico o all’età del Rame appartengono vari rinvenimenti isolati di asce in pietra levigata, come quella in anfibolite rinvenuta in località Prada, in frazione Carpeneda di Vobarno e quella di Livemmo – fienile Reve, in eclogite.