Pleistocene
Il Pleistocene, vale a dire quell’intervallo di tempo compreso tra i 2.58 milioni ed 12 mila anni fa, è caratterizzato da cambiamenti climatici tanto importanti da essere anche conosciuto come periodo glaciale. È infatti durante questo periodo che l’azione combinata di processi geologici e astronomici porta all’affermarsi di condizioni climatiche estreme che favoriscono la formazione di calotte glaciali ai poli.
In Europa vi è una totale trasformazione degli ecosistemi, con la perdita totale della fauna tropicale che ancora la popolava durante le fasi finali del Pliocene.
È durante gli ultimi 800 mila anni circa che si verificano le più imponenti avanzate glaciali. In questo scorcio finale del Pleistocene il grande ghiacciaio nord europeo (Inlandsis) raggiunge le pianure del centro Europa e anche i ghiacciai alpini raggiungono la pianura padana. Gli animali tipici di questo passaggio sono quelli che, con piccole differenze, popolano ancora oggi l’Europa. Solamente quelli tipici degli ambienti peri-glaciali si sono estinti per sempre come i Mammut, i rinoceronti lanosi e i bisonti delle steppe. È all’inizio o poco prima di questa fase che arriva in Europa l’uomo. Non si tratta ancora dell’uomo moderno bensì di una specie arcaica che dall’Africa, per la prima volta, raggiunge l’Europa.
Da una nuova migrazione più recente, risalente a circa 50 mila anni fa, sempre dalla stessa direzione giunge in Europa anche l’uomo moderno (Homo sapiens) soppiantando un’altra specie umana (Homo neanderthalensis), che si era evoluta dalla prima forma giunta centinaia di migliaia di anni prima.
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